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ROMANO RUI

Romano Rui

(Italian)

Nato a Sarone, una frazione di Caneva, in provincia di Pordenone, Romano Rui è stato uno scultore prolifico e ha lavorato con vari materiali: bronzo, ceramica, marmo, resine sintetiche, legno, rame ed altri materiali metallici. Allievo di Leone Lodi, dopo la maturità al Liceo Artistico ha studiato scultura, compagno di Francesco Messina all'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1942 al 1952 ha insegnato al Liceo Artistico di Brera e dal 1945 è stato assistente di Plastica ornamentale al Politecnico di Milano, presso la facoltà di Architettura, ottenendo nel 1961 la libera docenza. Dal 1965 al 1977 ha insegnato a Brera Tecnologia della Scultura. Tra i suoi allievi, Alfredo Mazzotta. Aveva aperto un proprio studio di scultura a Milano, in via Guido d'Arezzo, più tardi trasferito in via Vesio 14.
Collaboratore di Gio Ponti, creava elementi di arredo in edifici da lui progettati. La sua produzione in ceramica - vasi, pannelli anche a soggetto sacro, monili - ha avuto inizio nel dopoguerra.
Per la Chiesa di San Gottardo in Corte, a Milano, scolpì in rame argentato la Madonna dei dispersi, dedicata ai soldati caduti nella campagna di Russia e a quelli di ogni guerra. Nella parrocchiale dei SS. Gervaso e Protaso, a Cucciago, la grande pala bianca, in pietra di Vicenza lavorata a scalpello, è una sua opera, come la mensa dell'altare.
Scolpì nel 1956 un paliotto d'altare in ceramica smaltata, raffigurante "Gli Apostoli intorno a Cristo". A Milano, nella chiesa della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, è una sua opera il grande crocefisso pensile di legno intagliato. Altre sue sculture sono a Milano, nella Chiesa di San Francesco di Sales.
Per il Palazzo della Banca Popolare di Lecco, ha realizzato in pietra un pannello esterno. Due sue ceramiche, dal titolo Il velo della sposa e La nascita della nave, erano nel gran bar di prima classe del transatlantico italiano Andrea Doria. Alla Biblioteca comunale centrale di Milano, nell'atrio dello schedario generale c'è un suo grande pannello in ceramica che rappresenta Sant'Ambrogio e la cultura milanese.
Per la Villa Planchart, a Caracas, costruita su disegno di Gio Ponti, ha scolpito due caminetti e un altro camino, rivestito con un pannello in acciaio smaltato, lo ha realizzato nel 1958. Una grande parete, metri 10x6, in lamierino smaltato a fuoco, con pannelli sovrapposti da lui progettati, è stata eseguita dalle Smalterie Lombarde. Del 1936 è un suo gesso policromo, dal titolo La famiglia. Del 1957 è uno sbalzo in rame, 86x118 cm, che rappresenta Una famiglia e Milano con la Torre Velasca. Del 1964-1965, il Portale in bronzo del palazzo della Camera di commercio di Ferrara, il cui modello fu ottenuto da una lastra di polistirolo espanso traforata ed elaborata col cannello a fiamma.
Ha pubblicato la cartella rigida di tela, Impronte, contenente cinque plastigrafie, con presentazione di Dino Formaggio.